White Lady

Il Cocktail White Lady

Ha gusto, classe, storia, fascino ma è senza età: nell’immaginario comune dei cocktail il White Lady riveste un ruolo di primo piano assoluto. I motivi? Una ricetta semplice ma equilibrata, a tal punto da rimanere immacolata, nonostante tutt’ora vi siano ominosi bartender che provino a servire (e a diffondere) ricette diverse.

Il White Lady è un cocktail che non perde fascino nonostante l’età: un’affascinante e centenaria Dama Bianca che cela alcuni piccoli segreti.

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Ingredienti e ricetta

Il White Lady viene realizzato con tecnica shake and strain e servito in un cocktail glass. La perfetta esecuzione del drink – come da esplicative IBA – prevede di versare gli ingredienti in un mixing glass, successivamente trasferiti nello shaker.

  • 1 1/4 oz | 4 cl GIN
  • 1 oz | 3 cl TRIPLE SEC
  • 3/4 oz | 2 cl SUCCO DI LIMONE SPREMUTO FRESCO

BICCHIERE: Cocktail glass

TECNICA DI PREPARAZIONE: Shake and strain

GUARNIZIONE: Nessuna

GRADAZIONE ALCOLICA: 25.8 % vol alc

Procedimento per la costruzione del White Lady

Versare gli ingredienti nello shaker, agitare e filtrare nel bicchiere. Nonostante non sia prevista, si è soliti servire il drink con una scorza di limone.

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Storia del White Lady

Il White Lady – come molti dei cocktail derivati dall’epoca d’oro della miscelazione di inizio ‘900 – ha delle origini incerte, vaporizzate nella nebbia dei tempi.

Se appare quasi certo che inizi a circolare nei bar di tutta Europa dopo il 1930 – grazie alla pubblicazione di The Savoy Cocktail Book di Harry Craddock – il White Lady prende vita poco dopo all’anno 20. La tesi più comune accredita il leggendario Harry MacElhone come ideatore del White Lady, e sono molte le fonti che citano il bartender scozzese. Se così fosse, è probabile che il drink sia stato ideato dopo il 1922, anno di pubblicazione del ABC of Mixing Cocktail dello stesso MacElhone, dove compare un White Lady composto da brandy, creme de menthe e Cointreau (anche la data di pubblicazione della prima edizione del manuale è incerta, stimata tra il 1919 e il 1922).

Dove venne creato il White Lady? Se si avalla la tesi che vede MacElhone padrino del drink, è probabile che il cocktail nacque a Parigi, dove dal 1923 si poteva ammirare Harry dirigere il banco del Harry’s New York Bar. E’ poco plausibile che il celebre MacElhone inventò il White Lady a Londra – restò al Ciro’s Club sino al termine della Prima Guerra Mondiale – oppure a New York – prestò servizio presso il bar del Plaza Hotel in seguito all’avventura francese.

La leggenda viene conclusa da un noto racconto che vede il barman scozzese soccorrere una dama (vestita di bianco, of course) in preda ad un malore all’interno del locale francese. Quale rimedio migliore di un tonico creato al momento dal bartender più famoso in città?

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Altre ipotesi

Una seconda tesi conferma lo stesso MacElhone padre del White Lady, ma durante la precedente esperienza a Londra. Dietro al banco del Ciro’s Club iniziò l’idea del drink, che in principio prevedeva l’utilizzo di Giffard’s Menthe Pastille (da qui la similitudine con il White Lady citato in ABC of Mixing Cocktails).

Finisce così? Nemmeno per sogno…se il White Lady sale alla ribalta dopo la pubblicazione del Savoy Cocktail Book di Craddock, deve essere il barman inglese il padrino del drink, ideato proprio presso l’American Bar del Savoy Hotel.

Più confuse ma non meno attendibili le versioni – prive di autore – che vedono il drink nascere in Francia e negli Stati Uniti. L’origine francese è un omaggio all’opera La dame blanche del compositore francese François-Adrien Boieldieu, nota anche con il titolo di La dame invisible. I natali Statunitensi indicano la creazione del White Lady un lieto omaggio alla diva Ella Fitzgerald, tesi che sposterebbe la nascita del cocktail qualche anno più avanti.

Altri nomi, altre versioni

La grande fama del White Lady ha indotto altri barman a creare delle versioni personalizzate del cocktail, tra le quali due twist molto noti. Essi sono il Pink Lady – con Cointreau – e il Fair Lady – con succo di pompelmo.

Il White Lady era conosciuto in passato anche come Delilah o Chelsea Sidecar, nomi tutt’ora presenti nell’universo della miscelazione.

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thanks to iba-world.com

White Lady e IBA: quasi grand slam!

La fama del White Lady è consacrata dalla presenza del drink nella categoria The Unforgettables nel ricettario ufficiale della International Bartenders Association. Il White Lady compare sin dalla nascita del ricettario ufficiale IBA, redatto nel 1961. Il cocktail è sempre stato inserito nelle successive edizioni ad eccezione dell’edizione del 2004 – la quarta – che suscitò clamore e malumori proprio per la scelta dei drink inseriti.

Il White Lady non riesce quindi per un soffio ad entrare nell’esclusivo club dei drink inclusi in tutte le edizioni della famosa lista IBA, che tutt’ora ammontano a soli dieci.

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